Siamo alla fine dell'ottocento quando, in un periodo in cui l'olivicoltura trovava sempre più affermazione nelle economie locali, Giuseppe Boeri (Paie Peppin) dà vita all'azienda producendo oli all'interno di strutture produttive in affitto, situate nel comune di Badalucco, in alta Valle Argentina; il frantoio, in linea con il panorama olivicolo dell'epoca, consentiva produzioni esigue ottenibili attraverso lavorazioni lente e laboriose.
La prima significativa svolta arriva nell'immediato dopoguerra: Giovanni Boeri – figlio di Peppin, detto Giuan – acquista in Taggia, il suo primo frantoio, noto all'epoca come “Frantoio della Palma”.
La seconda, grande svolta è da attribuire all'attività di Nin, figlio di Giuan e padre dell'attuale proprietario Giuseppe. Nin, dopo aver ereditato il frantoio procedette ad una drastica modernizzazione degli impianti attraverso l'utilizzo della corrente elettrica come fonte di energia; delle moderne presse idrauliche in sostituzioni alle laboriose presse manuali; della separazione di acqua e olio attraverso separatori centrifughi. Questa serie di innovazioni consentì, da un lato, la semplificazione delle operazioni con conseguente riduzione dei tempi di lavorazione, dall'altro l'incremento sia delle rese produttive sia della produttività.
Dopo la gestione di Giovanni l'azienda, sul finire del '900, passa nelle mani di Giuseppe Boeri, ma questa è un'altra storia...